22/02/11

USB:sciopero generale 11 marzo 2011

SCIOPERO GENERALE
GENERALIZZATO
11marzo 2011
ORE 9,30 P.ZZA DELLA REPUBBLICA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA


Il Governo attacca il diritto del lavoro, diminuisce le tasse per i più ricchi, blocca i contratti del pubblico impiego, parteggia per Marchionne, vuole eliminare lo statuto dei lavoratori e il diritto di sciopero, intende dare carta bianca all'impresa modificando la costituzione. Depotenzia la scuola, l'università e la ricerca pubblica, taglia i servizi sociali e non fornisce alcun sostegno al reddito.

Confindustria e aziende vogliono eliminare il contratto nazionale, si scelgono i sindacati con i quali trattare, delocalizzano le aziende e vogliono estendere il metodo Marchionne a tutte le imprese. Ristrutturano, scaricando i costi sulla collettività e licenziano senza alcun freno creando disoccupazione e povertà.

Cisl, Uil e Ugl stanno collaborando in tutto e per tutto con le politiche del Governo e di Confindustria, condividendone obiettivi e metodi, firmando accordi su accordi che peggiorano le condizioni dei lavoratori e calpestano democrazia e diritti. La Cgil partecipa alla costruzione del nuovo Patto sociale attraverso il quale si vuole rendere sempre più competitiva l'impresa peggiorando le condizioni e il salario dei lavoratori.

La disoccupazione aumenta paurosamente e il 30% dei giovani non ha lavoro, il resto sono precari/e.

L'inflazione aumenta ed erode salari e pensioni che rimangono fermi.

Il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre di più.

L'evasione fiscale ha raggiunto i 120 mld annui e non viene perseguita, mentre i lavoratori dipendenti sono gli unici che pagano le tasse.

La benzina e le tariffe aumentano continuamente e riducono ancor di più il potere d'acquisto dei salari.

I migranti pagano due volte la crisi, se perdono il lavoro perdono anche il permesso di soggiorno.

La scuola e l'università tornano ad escludere i meno abbienti e sono al servizio delle imprese.

È ORA DI ALZARE LA TESTA E DI RIVENDICARE
CON FORZA SALARIO, REDDITO, DIRITTI E DIGNITÀ.
SE NON ORA QUANDO?

















Nessun commento: