30/01/14

LEGGE ELETTORALE E DEMOCRAZIA BORGHESE

CONTRO LA GOVERNABILITA': UNA BATTAGLIA DI CLASSE PER LA RAPPRESENTANZA!
 
 

L'attuale proposta di legge elettorale Renzi/Berlusconi è peggio di una legge truffa ordinaria. E' una provocazione reazionaria.

Il diritto negato di preferenza è solo un aspetto limitato della questione. E' un aspetto significativo, naturalmente, perchè è mirato a concentrare il massimo potere di comando e controllo delle segreterie di PD e PDL sui propri gruppi parlamentari e partiti: a beneficio di Renzi, contro la minoranza interna minacciata di epurazione; e di Berlusconi, contro le spinte centrifughe che albergano in Forza Italia e la concorrenza elettorale di NCD e dei suoi clan, spesso più radicati sul territorio. Questo fatto spiega perchè il punto delle preferenze è diventato il principale pomo della discordia nei due cantieri del bipolarismo, in particolare nel PD.

Ma questo aspetto fa velo su enormità ben più grandi, dal punto di vista democratico.

La combinazione di un premio di maggioranza del 18% a partire dal 35% di coalizione; dell'elevamento delle soglie di sbarramento all'8% per l'accesso in Parlamento di liste indipendenti; dell'innalzamento al 5% delle soglie di sbarramento per le stesse liste interne alla coalizione; del calcolo dei voti delle liste escluse dalla rappresentanza a favore dei partiti rappresentati; del ballottaggio tra le due coalizioni più votate sotto il 35% ,senza soglie di riferimento ; produce , nel suo insieme, una risultante molto semplice: un partito del 20% (o poco più) può giungere virtualmente a ottenere una maggioranza assoluta del Parlamento, con un premio di maggioranza del 30% (!). Come e più del famigerato Porcellum. Come e più della legge Acerbo varata dai fascisti nel 23 ( che assicurava i due terzi del parlamento per chi avesse raggiunto il 25% dei voti, ma non prevedeva né soglie di sbarramento, né il ballottaggio tra i due più votati sotto il 25%). L'accordo “storico” Renzi / Berlusconi è questo: non solo la spartizione del comando nei rispettivi schieramenti ma la spartizione e contesa di un'enorme massa di elettori privati del diritto di rappresentanza. Secondo la logica maggioritaria degli ultimi 20 anni, ma peggio che negli ultimi 20 anni.

“Viva Matteo”, grida entusiasta la grande stampa borghese, liberale o reazionaria che sia. Larga parte degli ambienti borghesi “antiberlusconiani” (v. La Repubblica) che avevano denunciato gli orrori del Porcellum varato da Berlusconi, benedicono una legge analoga e peggiore quando viene promossa da Renzi a beneficio di Renzi. Al punto da assolvere come spiacevole necessità la stessa resurrezione del suo sodale Berlusconi quale padre della Patria. Nel migliore dei casi traspare il dubbio ( fondato) che lo stesso Berlusconi possa un domani avvantaggiarsi delle “virtù” della legge. Ma appare un dettaglio, a fronte della luce radiosa di una nuova possibile “governabilità”.

Questa è infatti la chiave di lettura : il primato della governabilità borghese su ogni altro “valore” o considerazione. Sulla bocca di tanti specchiati “democratici”, il principio democratico di rappresentanza è nulla, la governabilità del capitalismo è tutto. E siccome nell'epoca della grande crisi capitalista i partiti di governo attraversano fisiologicamente una profonda crisi di consenso presso la maggioranza della società, c'è un solo modo per perpetuare la rapina dei capitalisti e dei banchieri: consentire un governo senza consenso della maggioranza. Questo è lo scopo delle diverse ingegnerie elettorali. Lo stesso dibattito accademico per lo più tratta la materia della legge elettorale in funzione del governo, non della rappresentanza. La rappresentanza è un impaccio residuale, come spiega il politologo D'Alimonte sul quotidiano di Confindustria.

Tutto ciò non accade solo in Italia, come dimostra la fisiologia maggioritaria delle diverse leggi elettorali operanti negli altri paesi capitalisti, dalla monarchica Inghilterra alla V Repubblica francese. Ma tanto più si manifesta oggi in Italia a fronte di una crisi politica e istituzionale senza paragone tra i paesi imperialisti e di un programma annunciato di lacrime e sangue particolarmente pesante alle soglie del Fiscal Compact. Come poter imporre nei prossimi anni e decenni a una maggioranza esangue di lavoratori e popolazione povera gli ulteriori sacrifici pretesi dalle grandi imprese, dal capitale finanziario, dall'Unione Europea dei capitalisti e dei banchieri? Come poterlo fare dentro una cornice formalmente costituzionale e “democratica”, basata sul suffragio universale? La risposta è semplice: plasmando la democrazia borghese e la stessa Costituzione borghese secondo le esigenze sempre più vincolanti del capitale in crisi. Questo è stato il codice delle riforme elettorali e istituzionali della seconda Repubblica, dall'introduzione del maggioritario al pareggio di bilancio in Costituzione. Oggi il renzismo mira a concludere la lunga transizione con una “soluzione” che vorrebbe essere stabile, organica, definitiva. A questo plaude la borghesia italiana, dopo anni di crisi politica e di convulsioni istituzionali.

Contro la legge truffa Renzi/Berlusconi è necessario innanzitutto il più ampio fronte unico di lotta di tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, a partire da una grande manifestazione nazionale di massa.

Ma questa lotta deve ricondurre il terreno democratico a una riconoscibile ragione di classe, anticapitalista, rivoluzionaria. La rivendicazione di una legge elettorale pienamente e integralmente proporzionale ( una testa un voto, uguaglianza tra i voti, tanti voti tanti seggi) è una battaglia elementare di democrazia, che nasce storicamente col movimento operaio oltre un secolo fa, contro le leggi maggioritarie / censitarie del liberalismo borghese. Quella battaglia recupera oggi una straordinaria attualità nel momento in cui il liberalismo borghese, sotto la pressione della crisi capitalista, tende a tornare al primo 900 non solo nelle politiche sociali ma negli stessi assetti istituzionali.

Per questa stessa ragione, tale battaglia può essere sviluppata sino in fondo e coerentemente solo nella prospettiva di un governo dei lavoratori e di una Repubblica dei lavoratori. I lavoratori, i precari, i disoccupati non hanno nulla da guadagnare, ma solo da perdere, dalla governabilità del sistema che li sfrutta. L'unica “governabilità” che li può interessare è quella che si basa sulla loro organizzazione e la loro forza: cioè sul loro potere.
MARCO FERRANDO
Partito Comunista dei Lavoratori
Portavoce Nazionale
 

29/01/14

No alla truffa di renzi - per un'alternativa dei lavoratori. Il volantino del PCL

Cliccando sull'immagine sottostante ed ingrandendo potrete leggere il volantino nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori per il mese di gennaio.

24/01/14

IL 2014 SARÀ UN ANNO MAGGIORMENTE DRAMMATICO PER IL TERRITORIO DI FABRIANO.

Il perdurante immobilismo con il quale la classe politica e sindacale ha oscurato l'acuirsi della crisi di tutto il distretto industriale è avvilente e pericoloso, per un futuro che sempre di più appare nero per intere generazioni di cittadini fabrianesi.
Il PCL sez. di Ancona rilancia la necessità, improrogabile, di una doverosa ripresa di una fase di mobilitazione e di lotta in favore di un nuovo modello di sviluppo, che riesca a salvare le poche imprese scampate dalla crisi del mono-settore, imposto da certi potentati, contro tutti i cittadini fabrianesi.
Tale, presunto, modello di sviluppo mono-settoriale, ha avuto non solo delle drammatiche ricadute sociali, ma anche delle gravi ripercussioni sul patrimonio ecologico-ambientale di tutto il territorio marchigiano.
La lotta dei numerosi comitati di cittadini, sorti su tutto il territorio regionale, riceve il sostegno, non strumentale, da parte del PCL sez. di Ancona, che sottolinea l'importanza della mobilitazione di tutti i cittadini contro l'inquinamento devastante che coinvolge tutto il territorio marchigiano.
Il diritto inalienabile alla salute è un obiettivo vitale di tutti i cittadini, che certi personaggi politici regionali stanno eliminando, anche per il probabile supporto di certi organi inquirenti, ormai divenuti sostenitori totali di certi poteri forti, ai quali è permesso tutto, in violazione grossolana della legge e della Costituzione della Repubblica Italiana.

Fabriano, 21/01/2014
                                                      Partito Comunista dei lavoratori
                                                      sez. Ancona


18/01/14

PCL Macerata - Volantinaggio provinciale

Cliccando ed ingrandendo le immagini qui sotto potrete leggere il volantino che i militanti del Partito Comunista dei Lavoratori di Macerata stanno distribuendo in diverse località della provincia per rilanciare l'attività del partito ed aggregare nuovi compagni


16/01/14

Cafè Revolution n°56 (gennaio 2014)

Cliccando sulle immagini qui sotto potrete leggere il numero 56 (gennaio 2014) di Cafè Revolution, l'allegato mensile per la zona di Fabriano (AN) e dintorni al Giornale Comunista dei Lavoratori.

 

 

15/01/14

VOLANTINO SEZIONE PROVINCIALE MACERATA

CONTRO LA DITTATURA DEGLI INDUSTRIALI E DEI BANCHIERI
COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA DEI LAVORATORI

Si è costituita, anche nella provincia di Macerata, una sezione del Partito
Comunista dei Lavoratori. Un gruppo di compagni che non vuole arrendersi
all’idea di poter cambiare le ragioni della propria esistenza: rovesciare il
capitalismo, utilizzando il Marxismo.
L’unicità del nostro partito, nel desolante panorama della sinistra governi sta, o
‘’antagonista’’, ma puramente ‘’critica’’, rende non solo necessario ma anche
possibile, sviluppare una vera e propria ‘’offensiva’’ per guadagnare nuove
adesioni militanti al nostro Partito, cioè all’unica organizzazione che procede,
seppur tra mille difficoltà, verso la costruzione di un partito rivoluzionario su
scala nazionale ed internazionale (la IV), perché, come ci piace dire, ‘’solo la
rivoluzione cambia le cose’’.
È a questa verità che dobbiamo dare un partito, per conquistare la maggioranza
del proletariato e condurre lo stesso alla conquista del potere, l’unico positivo di
cui gli sfruttati hanno bisogno.
                                      
                                            PROGRAMMA POLITICO
 
1. L’indipendenza di classe: perché non potrà mai esserci nessuna
collaborazione tra classi mortalmente nemiche (sfruttatori – sfruttati)
2. Blocco immediato dei licenziamenti, con l’esproprio della aziende che
licenziano, inquinano e colpiscono i diritti sindacali
3. Abolizione delle leggi di precarizzazione del lavoro, e assunzione dei precari
a tempo pieno ed indeterminato
4. Ripartizione, fra tutti, del lavoro esistente con la riduzione dell’orario di
lavoro a parità di salario
5. Recupero salariale e pensionistico, rispetto alle perdite degli ultimi anni
6. Un grande piano di nuovo lavoro, finanziato con l’abolizione del debito
pubblico verso le banche
7. Nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti, ed
unificazione in un’unica banca pubblica sotto controllo sociale
8. Tassazione dei grandi redditi e patrimoni
9. Abrogazione unilaterale del concordato con il Vaticano, abolizione di tutti i
privilegi fiscali, giuridici e normativi che lo Stato borghese concede alla
Chiesa, a partire dalla questua dell’otto per mille
10. Abolizione dei finanziamenti pubblici per scuole, università, sanità privata e
la loro statalizzazione, sotto controllo sociale
11. Abolizione delle opere militari, e riconversione delle industrie belliche, in
lavoro socialmente utile
 
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione Provinciale Macerata
 

Per eventuali contatti: ILARIO 338 7192678
ENRICO 333 3539254
FABRIZIO 342 7287184
mail: pcl.mc@hotmail.it

04/01/14

3° congresso nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori.


Si è aperto oggi a Rimini il 3° congresso nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori. L’assise congressuale è stata introdotta dalla relazione del portavoce nazionale Marco Ferrando.
Ferrando ha aperto attaccando il capitalismo “che da un lato ha creato la ‘crisi economica’, dall’altro ne ha fatto pagare ovunque le conseguenze alle classi lavoratrici, privatizzando i profitti e socializzando le perdite come nel caso del ‘salvataggio’ delle banche. Tutto ciò è avvenuto e avviene ad ogni latitudine: dagli Usa di Obama all’Europa di Hollande, Merkel, Letta, ecc.”
“In questo quadro internazionale” – ha proseguito Ferrando – “in Italia la fine dell’unità nazionale segna un netto indebolimento del governo. Parallelamente la crisi capitalista e gli equilibri interni di maggioranza impediscono al governo di rispondere al suo blocco sociale di riferimento. Il movimento operaio resta assente dallo scenario della crisi politica per responsabilità delle sue direzioni, anche della Fiom di Landini, che rinuncia all’opposizione in CGIL e si accoda la nuovismo renziano.
Una risposta anticapitalista, comunista e rivoluzionaria è assolutamente necessaria, anche per recuperare a sinistra chi si è illuso con le sirene populiste di Grillo/Casaleggio o ha cercato una risposta alla propria condizione nelle manifestazioni reazionarie dei forconi.”
Ferrando ha poi presentato le proposte principali del PCL: “- la piena rottura col padronato, il suo governo, i suoi partiti e le forze populiste: per un fronte unico di lotta del movimento operaio contrapposto a Renzi, Grillo, Berlusconi; - l’unificazione delle lotte di resistenza sociale attorno ad una piattaforma comune di vertenza generale; - un programma generale contro la crisi apertamente anricapitalista”

“Solo una mobilitazione generale e radicale della classe operaia può unificare attorno a sé l'insieme del lavoro dipendente, i precari, i disoccupati, le masse femminili sfruttate, e i settori impoveriti della piccola borghesia. Solo questa mobilitazione radicale può strappare risultati concreti”.
“Perché in definitiva” - ha concluso Ferrando – “solo la rivoluzione può cambiare le cose”

Rimini 3 gennaio 2014

Ufficio Stampa PCL

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI